«Lo storico non può essere unilaterale, non può negare aprioristicamente le “ragioni” di una parte e far proprie quelle di un’altra. Può contestarle, non prima però di averle capite e valutate.»
Renzo De Felice
Storico e accademico italiano, considerato il maggiore studioso del fascismo, Renzo De Felice nasce a Rieti l’8 aprile 1929.
Dedicatosi inizialmente allo studio della storia moderna, in particolare del giacobinismo italiano, su questo tema produsse una numerosa serie di pubblicazioni. Nonostante ciò, la sua attività come studioso del giacobinismo fu in qualche modo oscurata dalla successiva e più ampia produzione storiografica incentrata sul 900, soprattutto sul fascismo.
Dello storico sono degni di nota il volume Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, del 1961, nato da uno studio commissionatogli dall’Unione delle comunità israelitiche, filone dal quale scaturisce l’interesse che contraddistinse la sua carriera di storico, ponendolo all’attenzione del grande pubblico: la storia del fascismo.
La sua grande opera affronterà infatti tutto il ventennio fascista, partendo dalla vita di Benito Mussolini con le due pubblicazioni più famose: Mussolini il rivoluzionario, del 1965, e Mussolini l’alleato. La guerra civile, pubblicato incompleto e postumo nel 1997.
De Felice riuscì, con la sua opera, a dare un’interpretazione originale del fenomeno fascista, un’interpretazione che ancora oggi suscita consensi e critiche. Il magnum opus defeliciano è stato uno dei più grandi casi storiografici del secondo Dopoguerra.