A pochi passi dal’omonimo paesino, entro una folta selva di lecci a dominio della verde conca reatina, sorge il convento di Greccio: si tratta di un complesso di fabbricati il cui nucleo più antico risale proprio agli anni in cui vi dimorò san Francesco. Questo luogo semplice e solitario, così “ricco di povertà”, fu sempre caro al Santo che vi tornò più volte per vivere in meditazione e in preghiera: qui, a più di mille metri, sopra l’attuale convento il Santo nel 1209 eresse una capanna protetta dalle fronde dei carpini; qui la sua predicazione ebbe un tale seguito che egli stesso ricorderà come “in nessuna grande città ho visto tante conversioni quante in questo piccolo castello di Greccio”.
Qui egli si legò di devota e sincera amicizia a quel Giovanni Velita – forse feudatario del luogo – che divenne il più fervido sostenitore dell’attività del Santo in terra reatina e che promosse la costruzione del romitorio in cui il Francesco e i suoi discepoli abitarono. Proprio a Giovanni Velita il Santo espose nel dicembre del 1223 il desiderio di rappresentare per la prima volta nella storia del cristianesimo la nascita di Gesù: il presepe.
Ed ecco che Greccio diviene la “Betlemme” francescana, un luogo consacrato a Dio, il simbolo di un amore e di una devozione senza limiti. Da quella notte di Natale del 1223, il presepe di Greccio ha raggiunto tutti gli angoli del mondo cristiano, ha portato ovunque il suo messaggio di pace, ha ispirato la fantasia di migliaia di artisti e di semplici artigiani.
Ancora oggi però il luogo conserva la semplicità di allora, niente affatto turbata dalla continua presenza di pellegrini e devoti visitatori che vogliono cogliere lo spirito più vivo e profondo della presenza e della predicazione francescana in questo luogo di fede solitario e silenzioso.
Da visitare la Cappella del Presepio e il Convento e la chiesa primitivi.
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